Possiamo così tradurre con termini moderni la #lettera di presentazione/#curriculum Vitae inviata da #Leonardo da Vinci poco più di cinquecento anni, esattamente nel 1482. A quell’epoca Leonardo ha trent’anni. Viene dalla bottega del Verrocchio e supera il suo maestro in bravura. Lavora/ha esperienze lavorative a Firenze, nella ambiente di Lorenzo il Magnifico, dove qui ha iniziato a dipingere i suoi capolavori. Alla ricerca di nuovi stimoli professionali vuole trasferirsi a Milano, all corte del duca Ludovico il Moro (https://goo.gl/gQNm7Q).
Sotto la reggenza del Moro, Milano ebbe un periodo d’oro. In quel periodo vennero realizzate molte opere di ingegneria civile e militare come canali e fortificazioni e la coltivazione del gelso, legato alla produzione di tessuti di seta.
Interessante anzi eccezionale è il modo di presentarsi di Leonardo, valido tuttora. Leonardo vuole avere un CONTATTO il Duca di Milano. Leonardo scrive al Moro una «lettera di impiego», una vera e propria autocandidatura in dodici punti. Nove non hanno niente a che fare con quello che era meglio conosciuto, sono un catalogo di armi e macchine da guerra. Solo gli ultimi il 10,11,12 presentano in modo sobrio le sue qualità di ingegnere civile e, in ultimo, anche di artista.
Prima di leggere questa lettera che è in 10 punti di 35 righe e circa 2.500, cerchiamo di capire il valore della lezione, tuttora valido, quando ci si autopromuove. Si tratta di Personal Branding del 1482.
Da subito, fa una sparata, che pochi oggi si azzarderebbero, come inizio. Leonardo chiarisce che il suo profilo professionale è il migliore, dice l’unico: scrive che tutti quelli che si fanno passare per esperti di strumenti bellici in realtà non hanno inventato proprio niente, ma spacciano per novità delle macchine da guerra comunissime. Solo lui ha competenze e segreti che possono fare davvero la differenza. E #questo come inizio non è male. “Avendo, Signor mio Illustrissimo, visto et considerato oramai ad sufficienzia le prove di tutti quelli che si reputono maestri et compositori de instrumenti bellici, et che le invenzione e operazione di dicti instrumenti non sono niente alieni dal comune uso, mi exforzerò, non derogando a nessuno altro, farmi intender da V. Excellentia, aprendo a quella li secreti mei, et appresso offerendoli ad omni suo piacimento in tempi opportuni, operare cum effecto circa tutte quelle cose che sub brevità in parte saranno qui di sotto notate (et anchora in molte più secondo le occurrentie de’ diversi casi etcetera)… “ Traducendo: “Avendo constatato che tutti quelli che affermano di essere inventori di strumenti bellici innovativi in realtà non hanno creato niente di nuovo, rivelerò a Vostra Eccellenza i miei segreti in questo campo, e li metterò in pratica quando sarà necessario. Le cose che sono in grado di fare sono elencate, anche se brevemente, qui di seguito (ma sono capace di fare molto di più, a seconda delle esigenze.”
Perché questo inizio? Si può pensare che nella lettera Leonardo abbia insistito sulle armi per far colpo sul duca.
In effetti in quel periodo turbolento poteva ragionare che la sua candidatura era maggiormente valutata come esperto di macchine da guerra e strategia militare che come artista.
In quel modo aumentava le possibilità di accettazione, quindi diciamo che sapeva vendersi. Dopo pochi mesi dopo era a Milano, alle dipendenze di Ludovico il Moro. Resterà per quasi vent’anni. Il suo lavoro come ben sappiamo è andato ben oltre le macchine da guerra. Oltre all’Ultima cena, che tutti sappiamo ha prodotto qui notevole attività artistica e scientifica.
Leonardo ha lasciato questo moderno documento e un brillante esempio di gestione di carriera, oggi diciamo di Personal Branding.
Le caratteristiche della lettera rispecchiamo una presentazione personale e/o un C.V. Vediamole.
Semplicità e chiarezza nel delucidare le proprie doti:
- Non si perde in frasi troppo lunghe, Leonardo usa un elenco di 10 punti Il che facilita e rende chiara la lettura e l’interpretazione
- Utilizza un linguaggio è semplice ma di persona esperta (“sono in grado di fare…”);
- Leonardo non comunica dapprima le sue conoscenze di pittura o scultura, le lascia per ultime (per queste cose era già famoso) ma di armi ed ingegneria utili in guerra – ovvero di quello Moro aveva bisogno in quel momento storico;
- Offre al Modo di fare una prova nel caso in cui non gli creda. Periodo di Prova. “ Et se alcuna de le sopra dicte cose a alcuno paressino impossibile e infactibile, me offero paratissimo ad farne experimento in el parco vostro, o in qual loco piacerà a Vostr’Excellenzia, ad la quale humilmente quanto più posso me recomando.” “Se le cose che ho promesso di fare sembrano impossibili e irrealizzabili, sono disposto a fornirne una sperimentazione in qualunque luogo voglia Vostra Eccellenza, a cui umilmente mi raccomando.”
Quindi le regola che Leonardo segue nella costruzione del suo profilo è quella valida sempre: cercare di vendersi al meglio.
Come metodologia ha personalizzato il curriculum presentando le proprie competenze tenendo bene presenti le richieste e le necessità dell’organizzazione ( Ludovico il Moro) per cui si candidava. Per questo Leonardo si concentra sulle abilità utili a realizzare strumenti di guerra e fa “scivolare” negli ultimi tre punti le capacità artistiche e civili, senza ometterle, anzi, valorizzandole.
Con una idea moderna idea di comunicazione, una genialità psicologica, messa abilmente, ma non per caso, a fine testo: propone al Moro il progetto di un grande cavallo di bronzo, dedicato al padre Francesco Sforza, primo duca di Milano. Il cavallo monumentale non si fece, ne fu costruito il solo modello in creta che andò perduto, come? In guerra!
La lettera del 1482 circa si trovanel Codice Atlantico, Milano, Biblioteca Ambrosiana
Ecco il testo originale con i 12 punti elencati delle sue capacità:
- Ho modi de ponti leggerissimi et forti, et atti ad portare facilissimamente, et cum quelli seguire, et alcuna volta fuggire li inimici, et altri securi et inoffensibili da foco et battaglia, facili et commodi da levare et ponere. Et modi de arder et disfare quelli de l’inimico.
- So in la obsidione de una terra toglier via l’acqua de’ fossi, et fare infiniti ponti, gatti et scale et altri instrumenti pertinenti ad dicta expedizione.
- Item, se per altezza de argine, o per fortezza di loco et di sito, non si potesse in la obsidione de una terra usare l’officio de le bombarde, ho modi di ruinare omni rocca o altra fortezza, se già non fusse fondata in su el saxo.
- Ho ancora modi de bombarde commodissime et facile ad portare, et cum quelle buttare minuti (saxi a similitudine) di tempesta; et cum el fumo di quella dando grande spavento all’inimico, cum grave suo danno et confusione.
- Et quando accadesse essere in mare, ho modi de molti instrumenti actissimi da offender et defender, et navili che faranno resistenzia al trarre de omni g[r]ossissima bombarda et polver & fumi.
- Item, ho modi, per cave et vie secrete et distorte, facte senza alcuno strepito, per venire (ad uno certo) et disegnato[loco], ancora che bisognasse passare sotto fossi o alcuno fiume.
- Item, farò carri coperti, securi et inoffensibili, e quali intrando intra li inimica cum sue artiglierie, non è sì gran de multitudine di gente d’arme che non rompessino. Et dietro a questi poteranno seg[ui]re fanterie assai, illesi e senza alcuno impedimento.
- Item, occurrendo di bisogno, farò bombarde, mortari et passavolanti di bellissime et utile forme, fora del comune uso.
- Dove mancassi la operazione de le bombarde, componerò briccole, mangani, trabucchi et altri instrumenti di mirabile efficacia, et fora del usato; et insomma, secondo la varietà de’ casi, componerò varie et infinite cose da offender et di[fendere].
- In tempo di pace credo satisfare benissimo ad paragone de omni altro in architectura, in composizione di edificii et pubblici et privati, et in conducer acqua da uno loco ad uno altro.
11) Item, conducerò in sculptura di marmore, di bronzo et di terra, similiter in pictura, ciò che si possa fare ad paragone de onni altro, et sia chi vole.
12) Ancora si poterà dare opera al cavallo di bronzo, che sarà gloria immortale et eterno onore de la felice memoria del Signor vostro patre et de la inclita casa Sforzesca.
Una lettura più moderna è la seguente:
1) Sono in grado di creare ponti, robusti ma maneggevoli, sia per attaccare i nemici che per sfuggirgli; e ponti da usare in battaglia, in grado di resistere al fuoco, facili da montare e smontare; e so come bruciare quelli dei nemici.
2) In caso di assedio, so come eliminare l’acqua dei fossati e so creare macchine d’assedio adatte a questo scopo.
3) Se, sempre in caso di assedio, la fortezza fosse inattaccabile dalle normali bombarde, sono in grado di sbriciolare ogni fortificazione, anche la più resistente.
4) Se, sempre in caso di assedio, la fortezza fosse inattaccabile dalle normali bombarde, sono in grado di sbriciolare ogni fortificazione, anche la più resistente.
5) Sono in grado di ideare e creare, in modo poco rumoroso, percorsi sotterranei per raggiungere un determinato luogo, anche passando al di sotto di fossati e fiumi.
6) Costruirò carri coperti, sicuri, inattaccabili e dotati di artiglierie, che riusciranno a rompere le fila nemiche, aprendo la strada alle fanterie, che avanzeranno facilmente e senza ostacoli.
7) Se c’è bisogno costruirò bombarde, mortai e passavolanti [per lanciare sassi e ‘proiettili’] belli e funzionali, rielaborati in modo nuovo.
8) Se non basteranno le bombarde, farò catapulte, mangani, baliste [macchine per lanciare pietre e ‘fuochi’] e altre efficaci macchine da guerra, ancora in modo innovativo; costruirò, in base alla situazione, infiniti mezzi di offesa e difesa.
9) In caso di battaglia sul mare, conosco efficaci strumenti di difesa e di offesa, e so fare navi che sanno resistere a ogni tipo di attacco.
10) In tempo di pace, sono in grado di soddisfare ogni richiesta nel campo dell’architettura, nell’edilizia pubblica e privata e nel progettare opere di canalizzazione delle acque.
11) So realizzare opere scultoree in marmo, bronzo e terracotta, e opere pittoriche di qualsiasi tipo.
12) Potrò eseguire il monumento equestre in bronzo che in eterno celebrerà la memoria di Vostro padre [Francesco] e della nobile casata degli Sforza.